Paolo Micai
Un sognatore, capace di inseguire e realizzare i suoi sogni: e perciò un vero scout, anche se era uscito da molti anni dalla nostra associazione. Paolo Micai se ne è andato il 24 marzo, martedì mattina: era ricoverato nel reparto di malattie infettive da una ventina di giorni. Anche se non lo vedevo da anni, gli volevo bene: come si può volere bene a un fratello scout, con cui sei cresciuto, con cui ha condiviso tante avventure. Semel scout, semper scout, si diceva una volta. E cioè: scout una volta, scout per sempre. Ecco: Paolo era l’emblema di questo motto, la rappresentazione vivente di questa frase. Ci eravamo salutati da scout, verso il 1980: lui aveva iniziato a lavorare molto giovane, io avevo continuato ancora per un po’ ad avere ruoli attivi nel Cngei. Poi le nostre strade si erano incontrate nuovamente: entrambi giornalisti professionisti, anche se lui si era specializzato nel foto-video giornalismo, mentre io invece stavo nella carta stampata. Dalle notizie che mi giungevano, lui aveva conservato lo spirito entusiasta, coraggioso e generoso che aveva sempre avuto anche da ragazzo. Uno di quelli che non rinnegano ciò che sono stati in passato, ma anzi lo usano come fondamenta e ci costruiscono sopra. Per questo era sempre disponibile quando poteva utilizzare le sue competenze tecniche e professionali per aiutare il movimento scout. Recentemente aveva realizzato un video per il centro studi scout Mario Mazza: ne stava facendo un altro per la sezione di Genova, ma la morte se l’è portato via prima che potesse portarlo a termine. Paolo all’inizio degli anni 70 è stato uno di quelli che hanno tenuto viva la sezione di Genova, quando gli iscritti si contavano sulle dita di tre mani. Nel 1975 era vice capo pattuglia delle Pantere, nel reparto Genova 2 Altair, quando partecipò al jamboree di Lillehammer, in Norvegia. Il caporeparto Agostino Volta era riuscito a inserire nel piccolo contingente del Cngei tre esploratori della sezione di Genova: Paolo Micai e i due fratelli Stefano e Franco Scano. Erano i primi tre scout della sezione di Genova a partecipare a un jamboree. L’anno prima, nell’inverno del 1974, aveva partecipato a un bivacco di Alta Pattuglia sul Monte Aiona. A tarda sera si era messo a nevicare all’improvviso, mentre i partecipanti dovevano ancora raggiungere il luogo del pernottamento e fare lungo il tragitto le attività previste: ma andò tutto bene, nonostante le condizioni proibitive. Da allora, nella mitologia di sezione tra gli anni 70 e 80, si parlò dei “Lupi dell’Aiona”. Dicevo che Paolo era un sognatore capace di realizzare i suoi sogni. Mi ricordo quando eravamo insieme in compagnia rover, e mi parlava del suo desiderio di diventare cameraman nelle televisioni: solo che allora le televisioni private praticamente non c’erano ancora. Paolo è stato uno dei primi a lavorare a Tele Genova, contribuendo di fatto alla nascita dell’emittenza privata in Liguria; e poi lo stesso ha fatto con Rete 4 e poi Mediaset, a Milano. Il tutto senza perdere lo spirito da ragazzo che aveva quando camminavamo insieme. Chapeau, come dicono i francesi. Ti auguro buona caccia e buon cammino lassù, Paolo. Ti abbraccio e ti stringo la sinistra.
Paolo Fizzarotti